Golnaz Afkhami è la fondatrice e direttrice creativa del Renocon Design Center, uno studio di interior design di Vancouver che ospita una collezione internazionale di finiture, texture, materiali e prodotti.

Appassionata di creazione di spazi, Afkhami ha ammirato molto Creating Innovators: The Making of Young People Who Will Change the World, di Tony Wagner. “La lettura di questo libro mi ha fatto riflettere su qualcosa che avevo già intuito: la creazione di uno spazio capace di toccare intimamente le persone e che scaturisce da un’intenzionalità ha il potenziale di attivare molte altre creazioni da parte degli utenti”, dice.

Un’altra lettura interessante è stata Greenlights. L’arte di correre in discesa, di Matthew McConaughey, che le ha fatto “apprezzare il viaggio professionale che ho compiuto per arrivare dove sono oggi”. Avendo iniziato la sua carriera a ventitré anni in un settore “dominato dagli uomini”, Afkhami dichiara che l’irrefrenabile bisogno di fare ciò che la appassiona le ha permesso di non temere gli ostacoli da affrontare.

Interior designer residente a Barcellona, Esther Rico ritiene che ogni ambiente debba raccontare la storia di chi lo abita. Il suo approccio umanista alla progettazione è stato influenzato dal Material Designers Book, che illustra “come il design può cambiare il mondo”; una trasformazione che parte dal materiale, secondo l’autrice, “fin dall’inizio”.

Rico cita anche il saggio di Oscar Guayabero The Design for the Day Before, che “affronta il design non come mezzo ma come intermediario” da una prospettiva multidisciplinare.

L’ultimo consiglio è El diseño invisible. Siete lecciones sobre la intervención culta en el hábitat humano, di Norberto Chaves, che ammira per la sua “visione antropologica del design, la sua sensibilità per i dettagli e le sue intuizioni critiche sulla professione”.

L’architetto italiano Carmelo Zappulla è fondatore e amministratore delegato di External Reference, uno studio di architettura sperimentale che sviluppa progetti di livello internazionale a diverse scale: dagli spazi espositivi al design urbano, di interni e di prodotto.

Uno dei suoi libri preferiti da sempre è The Eyes of the Skin: Architecture and the Senses, di Juhani Pallasmaa. In questo saggio, il teorico finlandese sottolinea la prevalenza della vista su qualsiasi altro senso, un fatto che “impoverisce l’esperienza architettonica” se questa “viene ridotta a una semplice immagine bidimensionale”.

Su questa stessa linea, Zappulla consiglia anche La cura dello sguardo: nuova farmacia poetica, di Franco Arminio, sottolineando la sua “cura nel guardare le cose con attenzione e in profondità”. “La poesia è l’espressione dell’osservazione dei dettagli, che possiamo cristallizzare grazie alla forza della parola”, dice.

La sua ricerca e il suo processo creativo non potrebbero essere tali senza un profondo senso di nostalgia, che condivide con Louis Kahn: The Importance of a Drawing di Charlotte & Peter Fiell. “Mi è piaciuta la sua rivendicazione del disegno a mano libera non come rappresentazione ma come processo di design”, afferma.